Il rapporto con tuo figlio/tua figlia adolescente si costruisce attraverso una comunicazione educativa efficace. Perché il miglior strumento per educare resta la COMUNICAZIONE. Perciò, puoi ottenere risultati solo attraverso le parole che usi, come le usi e quando. Le fondamenta che mantiene stabile e forte il rapporto educativo con tuo figlio e che ti aiuta ad aiutare il ragazzo o la ragazza nella sua crescita. Quindi… -attraverso le parole tu manifesti il tuo ruolo genitoriale adulto di cui il ragazzo ha bisogno -puoi dare sicurezza quando si sente perso -ti fai ascoltare e fai seguire le regole -metti le basi di una buona autostima Per creare un rapporto sereno con il ragazzo, inizia dalle parole, dal linguaggio, cambiando tu alcuni punti, eliminando ogni aspettativa. Cosa fare per avvicinarsi a lui/lei? Ecco 3 aspetti della comunicazione efficace: ASCOLTA al di là delle parole. Ascolta la sua rabbia, la tristezza, il silenzio. Quindi, non solo le parole. Tuo figlio si sentirà capito e ascoltato e parlerà di più con te. NON GIUDICARE. Questo crea un senso di sicurezza nel ragazzo perché si sente tranquillo. In questa fase, a causa della mancanza di sicurezza in se stessi, per un adolescente è difficile accettare di essere giudicato, ma ha bisogno di rinforzo FAI DOMANDE APERTE per capire di più il suo punto di vista e PARLA di meno. Le troppe chiacchiere mettono tuo figlio sulla difensiva, si stanca e non ti ascolta. I tuoi discorsi lunghi non arrivano alle sue orecchie. – Se quando apri la bocca tuo figlio si arrabbia con te, non ti ascolta e finite spesso per litigare – sicuramente la comunicazione inefficace ti porta in questo punto, impedendoti di avere con lui un rapporto sereno. . Come S. , una mamma che ha concluso da poco il suo percorso con me, ha imparato a comunicare con efficacia, passando dalle grandi arrabbiature a fermarsi e pensare bene alle parole da dire perché adesso sa le conseguenze della sua comunicazione. Adesso ha un rapporto sereno con suo figlio; non per magia, perché si sente tranquillo, libero e fiducioso. L’inizio di un rapporto complice inizia dalle parole e tu oggi metti in pratica almeno uno dei punti sopra elencati. Sarà la tuo giorno più felice che ti ricorderai sempre e ti ringrazierai per la scelta. Con affetto, Valentina
Da adolescente mi sono spesso sentita triste, sola, incompresa, di non essere abbastanza…prima che io diventassi sicura di me, felice e realizzata. Avevo tanti sogni e desideri, ero competente, intelligente; ma non riuscivo a far diventare realtà i miei sogni. Questo, perché i miei genitori non erano (mai) contenti di me. Qualunque risultato ottenessi…non era abbastanza. Qualunque obiettivo raggiungessi…non ero la n.1. Qualunque cosa facessi, era più importante guardare i risultati (migliori) dei miei compagni. Sai cosa significa per un adolescente questo? -> non sviluppa un buon livello di autostima, impara a stare nella sua zona di confort, guarda sempre gli aspetti negativi e i problemi in ogni situazione e non lavorerà mai per i suoi sogni. Perché ha paura. Ha paura di deludere i genitori per non essere n.1. Parole come: non studi abbastanza non sei mai attento non sei mai interessato a niente non hai voti alti, sei capace ma non ti dai abbastanza da fare hai ottenuto questo…ma potevi fare di meglio arrivi sempre la seconda, perché X ha sempre 10? ti distrai facilmente, così non otterrai mai niente nella vita perché X fa questo…e tu non puoi farlo? creano distanza emotiva e un forte senso di insicurezza nei ragazzi, che hanno bisogno di tanto supporto, di sentirsi amati, di essere gratificati e motivati anche quando sbagliano, sono stati bocciati, si arrabbiano. In un mondo così competitivo… … la fiducia in se stessi vale più di una laurea Capita che spesso, si deve ripartire da capo, iniziare un nuovo progetto di vita, cambiare strada…e questo richiede una buona autostima, richiede serenità, benessere. Competenze che tu come genitore di un adolescente devi sviluppare in lui/lei. Come? Cogliere le loro emozioni. Questo significa lasciare in secondo piano il risultato e dare spazio a come si sente. Fare domande su cosa ha provato….ti aiuteranno a creare un legame empatico- si sentirà libero, accettato, compreso e di conseguenza SERENO e FELICE . Se pensi che il tuo giudizio espresso è qualcosa di positivo perché sei tu il genitore e vuoi solo consigliare tuo figlio/tua figlia , se i voti sono molto importanti e quando non sono alti ti arrabbi con lui/lei perché sai che può fare di meglio , quando tu* figli* non si impegna abbastanza a scuola e alzi la voce sottolineando che può fare di meglio…. -pensa al fatto che stai creando una distanza emotiva tra te e tuo figlio/tua figlia. -stai dimenticando che dietro ogni impegno o menefreghismo i ragazzi provano emozioni -pensa che i risultati eccezionali del ragazzo non sono una conferma della tua bravura come genitore Se è questo ti capisco. Capisco che d’istinto ti viene da esprimere un giudizio . Capisco che tu hai più esperienza di lui e sai bene cosa doveva fare per ottenere un voto più alto e cerchi solo di motivarlo! Il giudizio e le critiche hanno radici molto profonde. Sono aspetti che devi comprendere, elaborare, affrontare. Questo è un processo che necessita apertura e una guida. Perciò, nel mio percorso, dedico una sessione intera, anche due – ai genitori che non riescono a cogliere le emozioni dei propri figli, ma tendono a dire sempre il loro parere contrario. Ho particolarmente a cuore i genitori che vogliono che i loro figli siano perfetti, bravi, che facciano le cose bene, che abbiamo voti alti…perché anche i miei genitori erano ( e sono ancora) così. Io mi sono ribellata e mi sono liberata dal loro giudizio e oggi..aiuto i genitori che non sono contenti dei risultati dei loro figli, che non capiscono perché non hanno voti alti e non raggiungo obiettivi pazzeschi- a diventare guide sicure, a esprimere parole che nutrono e crescere adolescenti sereni e felici.
Se fino a ieri avevi un bambino affettuoso, che ascoltava e ti seguiva tranquillamente- e oggi ti trovi con un alieno in casa, se non riconosci più tu* figli* , se ti senti in un ciclone di emozioni contrastanti tra paura e felicità, tra allegria e tristezza, tra effervescenza e solitudine…e questo ti porta ad essere spesso frustrato, ti fa sentire disorientato, arrabbiato, pensi di non contare più nella vita dei figli e non sai più come comportarti… …devi trovare il modo per sopravvivere al ciclone dell’adolescenza, ma soprattutto per non dimenticare il tuo obiettivo: crescere tuo figlio sereno e felice… Piano piano, giorno dopo giorno, li riconosci sempre meno. I ragazzi e le ragazze quando entrano in adolescenza , non sembrano più gli stessi. Reagiscono in modo completamente diverso dal solito, in modo più distaccato. Ci appaiono troppo tristi, troppo allegri, troppo solitari, isolati e in altri momenti fin troppo disponibili. Il distacco è iniziato e aumenterà sempre di più, fino a divenire irreversibile Questo distaccato è normale, perché è dovuto in parte ai cambiamenti ormonali, in parte ai nuovi circuiti cerebrali che regolano le emozioni e gli impulsi. Gli imprevisti momenti di eccitazione, di rabbia e di opposizione, le oscillazioni continue dell’umore, le reazioni fuori misura ne sono la prova. Ma al di là della tua comprensione di cosa sta dietro…il tuo ruolo educativo, giustamente, deve continuare. Quindi, dentro tutto questo ciclone, come si sopravvive? Come primo aspetto devi sapere che anche tu come genitore, subisci trasformazioni importanti: da una parte devi fare i primi bilanci della propria vita, dall’altra devi canalizzare la tua energia per far passare ai tuoi figli il meglio per sopravvivere non si può lavorare solo sul rapporto genitori-figli, ma anche sul rapporto fra te e te, e sulle relazioni fra tutti i membri della famiglia. Secondo aspetto, devi sapere che gli adolescenti non sono disposti a riconoscere quello che ricevono; possono diventare implacabili nel cogliere i tuoi difetti e le tue vulnerabilità. Per sopravvivere devi diventare più sicuro in te e dare più valore al tuo ruolo genitoriale. Terzo aspetto, sappi che gli Adolescenti avrebbero bisogno di confrontarsi con adulti più stabili, convinti delle proprie idee. Per sopravvivere devi far valere il proprio punto di vista,i giovani imparano a riconoscere i propri limiti e a trovare una coerenza personale. Come quarto aspetto, se agisci con l’obiettivo di evitare le tue ansie e preoccupazioni, rischi di fallire perché i tuoi atteggiamenti saranno di controllo continuo e questo agli adolescenti non piace, oppure diventerai il loro confidente, ma questo indebolisce il tuo ruolo. Per sopravvivere , sappi che i ragazzi hanno bisogno dell’autorevolezza dei genitori, perché sono fragili e avere limiti chiari è rassicurante. Come quinto aspetto, se vuoi essere popolare con i figli è perché hai bisogno della loro approvazione per sentirti adeguato, quasi dovessi sentirti confermato nel tuo ruolo genitoriale. Per sopravvivere, ribadisco che gli adolescenti non hanno bisogno di genitori-amici, bensì di figure di riferimento che non abbiano paura di entrare in conflitto con loro. Come vedi, sopravvivere al ciclone dell’adolescenza riguarda molto te stesso e il tuo ruolo genitoriale che passa attraverso il tuo essere. Con gli adolescenti non è tanto dare sicurezza, quanto essere sicuri, fermi, autorevoli. E ancora prima di pensare come fare per creare un rapporto di fiducia e complicità con tu* figli* , come fare per crescerli sereni e felici… …pensa che il tuo modo di essere è così importare, che un lavoro profondo e duraturo , inizia con te e da te. Nel mio percorso dedicato ai genitori di figli adolescenti, inizio questo viaggio con il genitore per aiutarlo a diventare più sicuro in se stesso, più autorevole nel suo ruolo, più fermo. Il rapporto genitori-figli cambia di conseguenza, in modo fluido, creando nuovi spazi. In questo nuovo spazio , si possono mettere in pratica tecniche e strumenti utili nell’educazione, ma solo con una base solida Quella base solida sei tu.
Non sei un carro armato. Senza emozioni, dubbi, domande su come essere oggi un genitore migliore di ieri, su cosa fare domani quando oggi, adesso, sotto i tuoi occhi, non riconosci più tuo figlio. Fino a ieri avevi un bambino sorridente, docile, amorevole in casa e oggi ti trovi a vivere con un alieno ostile, conflittuale, che si è chiuso in se stesso. Ha alzato un muro che tu , con le tue forze, non puoi cavalcarlo e questo ti crea un forte senso di inadeguatezza e di conseguenza, pensi di aver fallito come genitore. Sei in un punto giusto, perché se tu non avessi questo senso di fallimento, non potresti agire e cambiare il rapporto con tuo figlio. Capisco che ti immaginavi diversamente il ragazzo/la ragazza, e la vostra relazione pensavi fosse di complicità e fiducia. E so che volevi lasciare a lei/lui più libertà e autonomia possibile, non volevi vederlo soffrire e facevi di tutto per accontentarlo. Anzi, mettevi proprio tu le mani per aiutarlo in qualsiasi cosa. Non sarebbe niente di male se tutto questo fosse incorniciato da un set di regole, argini e obiettivi educativi. Ma sai? La radice del tuo senso di fallimento sta proprio nelle parole che ti dici, nel dialogo interno che hai con te stesso. Più sei critica con te più aumenta il tuo senso di fallimento. E quello che devi sapere e che lo schema del fallimento dà spesso origine ad un brutto circolo vizioso: quello della profezia che si avvera. In altre parole, percependo di non poter comunicare serenamente con tuo figlio, ti impegni poco perché hai paura che possa essere sbagliata qualsiasi mossa, non parli perché temi che sia una cosa invadente, non cambi il comportamento perché hai il terrore di non perdere anche quel briciolo di rapporto con lui/lei. Ma in pratica, nella vita di tutti i giorni, tuo figlio resta distante, chiuso in sé stesso, e il vostro rapporto rimane con voi due separati da un muro. E il tuo senso di fallimento aumenta ancora. Cosa ti serve subito? L’ABC di come ri-creare un rapporto sereno con tuo figlio quando pensi di aver fallito come genitore è molto più semplice di quanto credi: A- Ascoltalo (con empatia, senza giudizio) B – Buon tempo scelto (quando è meglio parlare?) C – Comunica con efficacia, poco e chiaro Ascoltalo scegliendo un Buon tempo per Comunicare. Cosa vorrà dire questo? Vuol dire ripristinare la comunicazione fra di voi, le parole che usi, il messaggio che trasmetti. Può bastare solo questo? Per iniziare Sii, è l’ABC per farti sentire dall’altra parte del muro alzato da tuo figlio. Cosa fare dopo? Andare avanti. Ri-creare un rapporto sereno e di complicità è un percorso fatto di trasformazioni interiori, di pratica, tanta pratica, volontà e motivazione di ri-creare un disegno diverso del vostro rapporto. Ecco perché io personalmente faccio una selezione dei genitori che vogliono lavorare con me nel percorso “genitori sicuri-adolescenti sereni”! Durante il nostro percorso hai tutto il mio supporto, una strategia specifica, personalizzata, dove prendo in considerazione l’intero sistema familiare per capire dove si può lavorare di più e come gestire il tuo percorso di crescita genitoriale e creare quel rapporto sereno e di complicità che ti meriti. Ma senza mettere in pratica ogni cosa che apprendi durante le sessioni, il mio impegno non basta. E l’ABC non avrà nessun valore. Scarica ora la risorsa gratuita riservata a te.